Vite Parallele. Vol. 2

Vite Parallele. Vol. 2

Plutarch

Language: Italian

Pages: 816

ISBN: 2:00306970

Format: PDF / Kindle (mobi) / ePub


Spesso un breve episodio, una parola, un motto di spirito mette in luce il carattere molto meglio che non battaglie con migliaia di morti, grandissimi schieramenti di eserciti, assedi di città. Di vite e non di storia s'impegna a scrivere Plutarco, autore di lingua greca tra i più importanti e fecondi del mondo classico. Nato a Cheronea intorno al 50 d.C., durante il regno dell'imperatore Claudio, egli fu cittadino dell'Impero romano e condusse una lunga vita: morì ottantenne, dopo essere stato studioso, politico, filosofo, scrittore e sacerdote del dio Apollo a Delfi. Consapevole di vivere in una fase della storia caratterizzata dalla necessità di riunire sotto un unico cielo due mondi distinti, quello greco e quello latino, Plutarco reinterpretò in modo originale la tradizione romana della biografia aneddotica, modificandone la forma e la struttura per venire incontro alle nuove esigenze di un impero che aveva sempre meno frontiere tra Oriente e Occidente. Le Vite Parallele raccolgono così, a coppie, le biografie di un uomo illustre greco e di un suo corrispettivo latino, scelti secondo criteri di somiglianza nel carattere o nel destino, allo scopo, di natura morale, di mettere in luce l'uomo.

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δεδυϰυίας διἁ φλεβών ϰαὶ νεύρων, πρoσαναρρηγνύναι ϰαὶ λυμαίνεσϑαι σφᾶς αὐτούς. [6] Οὕτω δὲ πολλῶν άποϑνησϰόντων, ἂπραϰτοι ϰαὶ οἱ ζῶντες ἦσαν πρὸς ἀλϰήν, ϰαὶ τοῦ Ποπλίου παραϰαλοῦντος έμβαλεῖν εἰς τὴν ϰατάφραϰτον, ἐπεδείϰνυσαν ἑαυτῶν χεῖράς τε ϑυρεοῖς συμπεπερoνημένας ϰαὶ πόδας διαμπὰξ προσεληλαμένους πρòς τοὔδαφος, ὥστε ϰαὶ πρὸς φυγὴν ἀμηχάνους εἶναι ϰαὶ πρòς ἂμυναν. [7] Aὐτòς οὖν τοὺς ἱππεῖς παρορμήσας, προσέβαλε μὲν ἐρρωμένως ϰαὶ συνῆψε τοῖς ἀνδράσιν, ἦν δ’ ἄνισoς ἔν τε ταῖς πληγαῖς ϰαὶ τῷ

sommo, non chiuse occhio tutta la notte, e in tal modo per l’eccesso di preoccupazione, sfiancato dall’insonnia, riuscì inferiore a sé. [5] Nel processo di Milone, uscito dalla lettiga, quando vide Pompeo che presidiava il foro, in alto, come in un accampamento, e tutto in giro le armi che splendevano, si confuse, e diede inizio a fatica al suo intervento, tremando da capo a piedi e con la voce alterata, mentre Milone assisteva al dibattimento con audacia e sfrontatezza: aveva infatti rifiutato

τὰς στάσεις συναγαγóντες εἰς ἓν ἀμφοτέρας ϰαὶ ἀναμείξαντες, ἐϰράτησαν ὥστε μηδέτερον αὐτῶν, ἀλλà τὸν ῾Yπέρβολον ἐξοστραϰισϑῆναι66. [6] Καὶ παραυτίϰα μὲν ἡδονὴν τοῦτο ϰαὶ γέλωτα τῷ δήμῳ παρέσχεν, ὕστερον δ’ ἠγανάϰτουν, ὡς ϰαϑυβρισμένον τὸ πρᾶγμα τοῦτο πρὸς ἄνϑρωπον ἀνάξιον γεγονέναι νομίζοντες· εἶναι γάρ τι ϰαὶ ϰολάσεως ἀξίωμα, μᾶλλον δὲ ϰόλουσιν τὸν ἐξοστραϰισμòν ἡγούμενοι Θουϰυδίδῃ ϰαὶ Ἀριστείδῃ ϰαὶ τοῖς ὁμοίοις, ῾Yπερβόλῳ δὲ τιμὴν ϰαὶ προσποίησιν ἀλαζονείας, εἰ διà μοχϑηρίαν ἔπαϑε ταὐτὰ τοῖς

Ἦν γὰρ ἡ ϰομιδὴ παρὰ τò Πλημμύριον ἀσφαλὴς ϰαὶ ταχεῖα τῶν Ἀϑηναίων ϰρατούντων, ἐϰπεςóντων δὲ χαλεπὴ ϰαὶ μετὰ μάχης ἐγίνετο πρὸς τοὺς πολεμίους, ἐϰεῖ ναυλοχοῦντας117. [4] Ἔτι δὲ ϰαὶ τὸ ναυτιϰòν τοῖς Συραϰουσίοις οὐϰ ἀπò ϰράτους ἐφαίνετο νενιϰήμένον, ἀλλ’ ἀταξίᾳ περὶ τὴν δίωξιν. Aὖϑις οὖν ἐπεχείρουν παρασϰευαζόμενοι λαμπρóτερον. [5] Ὁ δὲ Νιϰίας οὐϰ ἐβούλετο ναυμαχεῖν, ἀλλὰ πολλὴν ἀβελτερίαν ἔλεγεν εἶναι, στόλου τοσούτου προσπλέοντος αὐτοῖς ϰαὶ δυνάμεως ἀϰραιφνοῦς ἣν ἦγε Δημοσϑένης σπεύδων, ἀπ’

ritennero d’essersi evidentemente liberati dai mali, e non facevano che parlare di Nicia come dell’uomo caro agli dei cui la divinità aveva concesso, per la sua religiosità, di dare il proprio nome al bene più grande e migliore56. [9] Effettivamente essi ritenevano che la pace fosse opera di Nicia, come la guerra lo era stata di Pericle. Pericle infatti per futili pretesti aveva portato i Greci in grandi sciagure; Nicia invece li persuase a dimenticare i mali più grandi e a diventare amici.

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