Vita activa: La condizione umana

Vita activa: La condizione umana

Hannah Arendt

Language: Italian

Pages: 404

ISBN: 2:00357535

Format: PDF / Kindle (mobi) / ePub


Nelle condizioni di benessere economico e pace civile che ne è della libertà politica? Qual è lo spazio consentito a un agire politico che non sia solo angusta difesa degli interessi materiali o rituale comportamento elettorale? Domande fondamentali che l'autrice ha posto in questo libro divenuto ormai un classico della filosofia del pensiero politico. Spregiudicata analisi della società di massa, accorata denuncia della condizione dell'uomo contemporaneo condannato a una sostanziale solitudine. La Arendt anticipa la critica ecologica e denuncia un grave pericolo: l'"espropiazione del mondo" da parte dell'uomo moderno, prima corrode lo spazio politico e poi minaccia il cosmo naturale.

What Is Marriage? Man and Woman: A Defense

Cicero's Practical Philosophy

Plato: Political Philosophy (Founders of Modern Political and Social Thought)

Contemporary Political Philosophy: An Anthology (Blackwell Philosophy Anthologies)

Statism and Anarchy (Cambridge Texts in the History of Political Thought)

Hannah Arendt and the Law (Law and Practical Reason, Volume 4)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ci hanno lasciato un universo dalle qualità ignote, proprio come ci è ignoto il modo in cui esse si fanno registrare dai nostri strumenti di misurazione. "Quest’ultimo", secondo le parole di Eddington, "somiglia tanto a quelle come un numero di telefono a un abbonato".15 Invece di qualità oggettive, in altre parole, troviamo strumenti, e invece della natura o dell’universo – secondo le parole di Heisenberg – l’uomo incontra solo se stesso.16 Degno di nota, in questa prospettiva, è il fatto che

Past and Future: Six Exercises in Political Thought, The Viking Press, New York 1961 (trad. it. La tradizione e l’età moderna, in Tra passato e futuro, Vallecchi, Firenze 1971, pp. 21 e sgg.). 24 Sulla hybris filosofica nella rappresentazione dell’identità umana, si veda H. Arendt, La vita della mente, cit., parte seconda, Volere; ma negli ultimi scritti (cfr., ad esempio, Martin Heidegger a ottant’anni, cit.) si assiste a una sorta di rivalutazione del pensiero. 25 H. Arendt, La tradizione e

intelletto, tu trai i tuoi argomenti dai sensi per poi frustrarli. La tua vittoria è la tua disfatta" (cfr. Diels, Fragmente der Vorsokratiker, 4a ed., 1922, fragm. B 125). 33 Cfr. Johannes Climacus oder De omnibus dubitandum est, uno dei primi manoscritti di Kierkegaard, che è forse la più profonda interpretazione del dubbio cartesiano. Nella forma di una autobiografia spirituale, l’autore racconta come avesse conosciuto Descartes attraverso Hegel, rimpiangendo di non aver iniziato dalle sue

del pensiero politico premoderno, né nell’abbondante corpus delle moderne teorie del lavoro che permetta di convalidarla. In opposizione a questa scarsità di prove storiche si pone tuttavia una testimonianza molto eloquente, costituita dal semplice fatto che ogni lingua europea, antica e moderna, possiede due termini etimologicamente distinti per ciò che noi siamo portati a considerare una stessa attività, e mantiene tale distinzione nonostante essi siano usati persistentemente come sinonimi.3

riuscirebbe a compiere nulla. È così che nasce l’illusione della forza straordinaria, e con essa l’equivoco dell’uomo forte che è potente proprio in quanto è solo. Poiché l’attore si muove sempre tra gli altri esseri agenti, e in relazione con loro, non è meramente "uno che fa" ma sempre e nello stesso tempo "uno che subisce". Fare e subire sono come le facce opposte della stessa medaglia, e la storia cui un atto dà inizio è composta di atti compiuti e subiti. Queste conseguenze sono senza

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